
Perché i professionisti del “vivere di poker” stanno passando al Betting Exchange?
Negli ultimi corsi effettuati dalla Sport Trading Academy abbiamo notato una forte incidenza di giocatori professionisti che fanno del vivere di poker il loro must. Erano alla ricerca di un’alternativa alla loro disciplina principe che dopo il boom dei primi anni duemila, almeno in Italia, ha subito una durissima flessione.
Rakeback ridicole per i Grinder
Chi abbia mai dedicato studio ed impegno ma soprattutto tante ore a questo gioco sa di cosa sto parlando: rakeback ridicole per i grinder, fish spartiti, un field di competitor sempre più preparato ed agguerrito sin dai microlimiti. Avere un guadagno sul lungo termine è ancora possibile ma è sempre più difficile. Soprattutto, il guadagno per ora di gioco non è così lontano da lavori normali che però, a differenza del poker, non sono soggetti a quella varianza che mette a dura prova il mindset del pokerista che deve essere sempre bravo a tenere a freno le proprie emozioni per evitare il tilt e la conseguente rovina.
Poker e Betting Exchange: cosa hanno in comune
Parlando con loro ci hanno confermato la miriade di aspetti che accomunano il Poker ed il Betting Exchange: lo studio delle statistiche, la velocità di esecuzione, il fatto di giocare 1vs1, il mindset ferreo e l’importanza del Money Management per non andare rotti in poco tempo. Ecco perché chi è riuscito a guadagnare tanto nel poker, prima della flessione, si trova super avvantaggiato nel Trading Sportivo.
No BLUFF: nessuna pressione psicologica
Secondo alcuni è addirittura più facile perché non c’è il bluff, quindi nessuna pressione psicologica, sei 1 vs 1 ma l’altro non sai chi è, non lo vedi, e non te lo ritrovi sempre seduto a fianco come nel poker e soprattutto anche la statistica è differente: nel poker è pura, nello sport è alterata dagli uomini, dai campioni, dalla tattica.
Esempio. AA vs AK vince il 90% delle volte, così come la Juve allo Juventus Stadium. L’impressione però è che AA venga scoppiato più volte della Juve. Perchè? E’ una questione di distribuzione. Nel poker la statistica è pura, inalterata. Quelle percentuali si configurano nel lunghissimo periodo quindi può capitare di vedersi scoppiare AA tre volte di fila. Nel caso della Juve invece, c’è da considerare i campioni bianconeri, la psicologia di chi va allo Stadium sapendo di essere carne da macello e quindi la tattica, il catenaccio, atta non a vincere ma a non perdere o quantomeno limitare i danni, la spinta del pubblico, le motivazioni di una società, la Juve abituata solo a vincere. Tutto questo fa si che per un fatto di distribuzione la Juve sia un investimento più sicuro di una coppia d’assi come mano iniziale.