
La storia di Michael, Sport Trader di successo che nel Dicembre del 2014 guadagnò 300.000 Euro operando sul mercato del Betting Exchange. Un obiettivo raggiunto attraverso Studio, dedizione e Professionalità.
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300 mila euro con una partita? Si può fare. Sembra impossibile ma è cosi. Senza scommettere, ma “tradando”. Un termine che sta prendendo sempre più piede nel mondo dello sport. Cerchiate di rosso il concetto di “sport trader”: è la figura destinata a soppiantare lo scommettitore.
Il motivo? Chi scommette, nel 95% dei casi, è destinato a perdere. Chi, invece, investe sulle partite di calcio, vince. Il concetto è molto semplice: la scommessa è fine a se stessa. Puoi pronosticare un evento e sperare che la tua intuizione sia giusta. Nel betting exchange, invece, il panorama è totalmente diverso. Si è padroni del proprio destino e si può scegliere come investire il proprio denaro lungo l’arco temporale dell’evento sportivo. Nelle scommesse il banco vince sempre, nel betting exchange semplicemente il banco non c’è.
Molte persone evitano il trading sportivo, perché ritengono sia troppo complicato: la realtà è che questo metodo, conosciuto sinora solo da una ristretta nicchia di imprenditori (non scommettitori!), è ancora poco diffuso ma, in considerazione della facilità d’ingresso (sono sufficienti dalle 250 alle 1000 euro,) la figura del “Trader Sportivo” è destinata a diffondersi a macchia d’olio. Basta abbandonare il concetto, perdente, di scommettitore. Del resto, quante volte è capitato di perdere una giocata per un evento verificatosi negli ultimi minuti o, peggio, all’ultimo secondo? Il Trader non corre questi rischi: “chiude” in anticipo realizzando vincite sicure e destinate ad accumulare capitali del tempo.
LA STORIA DI MICHAEL – 300.000 EURO IN UNA PARTITA
Sino a che il vostro conto sarà cosi ricco da potervi permettere di vincere anche 300 mila euro con una sola partita. Difficile? No. E’ l’undici dicembre 2014, fase a gironi dell’Europa League, Qarabag – Inter. La partita termina 0-0 ma all’ultimo minuto gli azeri segnano e corrono ad esultare mentre lo stadio esplode di gioia è il goal della qualificazione. Ma qualcosa non va, nessuno se ne accorge ma l’arbitro sta parlando all’auricolare col guardalinee ed annulla il goal. Nelle scommesse tradizionali quando viene realizzato un goal il mercato sul bookmaker resta chiuso per tantissimo tempo, nel betting exchange invece chiude e riapre in frazioni di secondo ma soprattutto rimane sempre aperto anche il mercato”impossibile” cioè quello col risultato ormai passato.
* Se una partita si trova sul risultato di 2-0, si può ancora scommettere sullo 0-0 a quota 1000. Ognittanto qualche stolto che non presta attenzione un paio di euro magari anche per errore ce li butta e regala soldi a qualcun altro.*
Proprio questo ha fatto le fortune del nostro Michael che, accorgendosi per primo del fatto che il goal all’ultimo respiro era stato annullato, ha puntato 300 € a quota 1000 sullo 0-0 quando tutti ancora pensavano che il risultato fosse 1-0 e si è visto prima abbinare la giocata e poi accreditare i soldi.
Un successo straordinario, ma figlio di impegno, dedizione e, soprattutto, tantissimo studio sulla pratica del Betting Exchange. “Non esistono guadagni facili. Il Trading sportivo è un lavoro a tutti gli effetti, assimilabile, per certi versi, a quello del Broker. Non è alla portata di tutti. E servono tempo ed esperienza. Non ci si improvvisa trader. Io ho studiato a lungo prima di cominciare. È assolutamente impensabile, e lo sconsiglio vivamente, immettersi nel mercato senza adeguata preparazione. Chi pensa di entrare in competizione con qualcuno per fare soldi, deve essere, per forza di cose, più preparato”. Il segreto di Michael è stato proprio la preparazione unita al tempismo e alla velocità di pensiero e di esecuzione. Trattenere l’adrenalina finche non si è stati abbinati e poi godersi la scarica insieme al profitto netto”.
Servono mesi di studio e tanta pratica per diventare trader di successo e trasformare la propria passione in un lavoro. Michael ci è riuscito. Non è detto che la sua sia un’esperienza unica.